Il Giro parla straniero

576

Le montagne, dal Tonale allo Stelvio passando dal Mortirolo, attendevano i tifosi appassionati di ciclismo e il coraggio degli italiani. I primi sono entrati nella cornice della corsa, ma ai corridori nostrani sono mancate le gambe per attaccare la maglia rosa di Rodriguez, che si è ben difeso limitando i danni ma ha visto rinvenire, in gara e in classifica generale, il belga Thomas De Gendt, autentico dominatore della ventesima tappa e giunto solo al traguardo posto a quota 2757, cima Coppi del Passo dello Stelvio, dopo 219 km di corsa. Il 25enne De Gendt ha sferrato l’attacco sulle aspre e strette rampe del Mortirolo, quelle che hanno reso famoso l’indimenticabile pirata Marco Pantani, e non è stato più raggiunto. Alle sue spalle, a 56″, si è piazzato Damiano Cunego, mentre la maglia rosa di Purito Rodriguez ha accusato 3’22″ di ritardo, ma avuto il merito di allungare a 700 metri dal traguardo staccando di 12″ Michele Scarponi e 14″ il canadese Hesjedal, che ora deve recuperare 31″ nella cronometro se vuole vincere il Giro d’Italia. Scarponi, migliore degli italiani in classifica generale, è terzo a 1’51″, mentre De Gendt ha ridotto il suo divario a 2’18″. Il che significa che il belga potrebbe mettere a segno il colpo della carriera e, dopo essere rinvenuto nella tappa più difficile, spingere al massimo lungo i trenta chilometri della cronometro.

La Corsa Rosa si decide con la gara contro il tempo a Milano, con lo spagnolo Rodriguez chiamato a difendere il margine che vanta sul canadese Hesjedal, certamente più forte di lui sul passo in pianura. Le chance di Michele Scarponi sono affidate soprattutto alla spinta emotiva, ma rispetto ai tre stranieri è quello meno favorito sulla carta. All’arrivo sullo Stelvio ci si chiedeva se Cunego avrebbe dovuto aspettare il compagno di squadra Scarponi e aiutarlo a risalire. Domanda destinata a rimanere senza risposta perché le strategie in corsa si decidono sulle sensazioni dei protagonisti, anche se è probabile che Scarponi sarebbe stato in grado di dare quel tanto di più per rosicchiare un po’ del ritardo. Ivan Basso, giunto sullo Stelvio a 4’55″ dal vincitore e 1’33″ dalla maglia rosa, è quinto in classifica generale con un ritardo di 3’18″, obiettivamente incolmabile nei 30 km a cronometro. Cunego è sesto a 3’43″.

forbes