Flavia 10 e lode!

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Pennetta IndianaSemplicemente perfetta! La settimana di Flavia Pennetta in California si chiude come meglio non si poteva nemmeno immaginare. 10° successo in carriera, primo Master 1000 messo in bacheca, 1milione di dollari incassato e la 12esima posizione nel ranking mondiale raggiunta. Un sogno divenuto realtà grazie a qualità tecniche innate, ma soprattutto ad una straordinaria forza di volontà che alla faccia dei 32 anni le ha permesso di risalire dal numero 150, ove era precipitata a causa di un grave infortunio al polso che ne aveva persino messo a rischio la carriera. Pare proprio che per un gioco beffardo del destino, oggi riesca a sollevare un trofeo così importante, dominando anche fisicamente una avversaria costretta in pratica ad un ko anticipato da un infortunio al ginocchio, che ne ha chiaramente menomato la capacità di spostamento, una delle armi migliori in posseso della polacca numero 3 del mondo. Agnieska Radwanska chiude in lacrime davanti al microfono, ringraziando lo staff e il pubblico ma è troppa la frustrazione per non essersi potuta giocare la finale al 100%. La partita dura in pratica 5 games, fino al primo break del quinto gioco, da quel momento in poi la brindisina concede il solo gioco di apertura del secondo set, chiudendo poi con un eloquente parziale di 10 giochi ad 1 (6/2 6/1)

Per la prima volta nella storia, l’Italia schiera un terzetto fra le prime 15 giocatrici al mondo, con Errani e Vinci sì in evidente calo, ma in attesa della prossima stagione sul rosso. A questa Pennetta, poi sembra ingiusto assegnare limiti, si riparte da Miami e chissà che il meglio non debba ancora venire. Se per la WTA il nome della vincitrice è stato certo inaspettato, non altrettanto si può dire sulla sponda ATP. Dopo la prematura uscita di Nadal, ecco concretizzarsi la finale migliore, la 33esima sfida fra Roger Federer e Novak Djokovic. Lo svizzero sembra ringiovanito, mentre il serbo pur fra mille difficoltà esce ancora una volta a testa alta dal percorso dei turni precedenti. Grande equilibrio, qualche errore ma colpi da antologia e scambi mozzafiato sono la ricetta per un match spettacolare. Al termine, il tocco di “classe” è arrivare a giocarsi tutto al tie-break del set decisivo, un testa a testa che premia il serbo capace di limitare al minimo gli errori, di rispondere praticamente sempre al servizio dello svizzero e di “costringerlo” a battagliare dalla linea di fondo, terreno decisamente più ostico per l’ex numero 1. 3/6 6/3 7/6 al termine di oltre due ore che hanno di certo fatto ben sperare i tifosi. Alla luce di questo primo Master 1000 2014, la stagione pare decisamente ben avviata.

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(commento di Luca Polesinanti)