Il Pallone d’Oro e la faccia pulita del calcio

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Chi scalzerà Lionel Messi dal trono di migliore calciatore non è dato sapere. Il tris ampiamente annunciato per il Pallone d’Oro 2011 non sorprende i calciofili perché il fantasista argentino, anima del Barcellona, merita il riconoscimento che solo un altro grande, Michel Platini, ha vinto per tre stagioni consecutive dal 1983 al 1985. Se qualcun altro non si mette a fare cose straordinarie o se il rendimento della “pulce” non cala improvvisamente, c’è il rischio di vederlo ancora protagonista a Zurigo, sede del gran galà della Fifa, anche negli anni a venire. Il Pallone d’Oro è una faccenda tutta iberica, considerando che sono indicati quali primari antagonisti Xavi, compagno di squadra di Messi, e Cristiano Ronaldo, rivale del Real Madrid, che ha già portato a casa il prestigioso trofeo nel 2008 piazzandosi secondo nel 2007 e nel 2009. Per l’anno appena concluso il portoghese madrilista si deve accontentare di un altro podio. E non dovrà nemmeno scomodarsi perché il Real ha deciso che nessuno dei suoi tesserati fosse presente alla cerimonia ufficiale, essendo il club impegnato l’indomani nella gara di ritorno degli ottavi di finale di Coppa del Re. Una coincidenza che sembra fatta apposta per togliere dall’imbarazzo non solo Cristiano Ronaldo, ma anche Jose Mourinho, al quale viene evitato di assistere alla passerella di Pep Guardiola quale migliore allenatore. D’altronde a far pendere il piatto della bilancia dalla parte di Messi ci sono i successi collezionati dal Barcellona, che ha trionfato nella Liga Spagnola, Champions League, Supercoppa Spagnola, Supercoppa Europea e Mondiale per Club. Messi, a soli 24 anni, entra di diritto nella storia del calcio mondiale, ai livelli assoluti.

Altro motivo di interesse della cerimonia di consegna del Pallone d’Oro è dato dalla presenza di Simone Farina, giocatore del Gubbio assurto alle cronache per aver rifiutato la proposta di truccare una partita nella rete del calcio scommesse e invitato personalmente dal presidente della Fifa, Sepp Blatter. Il motivo è semplice: il mondo del calcio ha bisogno più che mai di esempi positivi per imporre il valore dell’etica. Farina non vive sotto i riflettori, è un serio professionista il quale, per quel che se ne sa, non certa fama e pubblicità. Gli si deve riconoscere il merito, e il coraggio, di aver denunciato il tentativo di combine. La Fifa mostra la faccia pulita del calcio.

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