Pierpaolo Marino lascia il ruolo di commentatore televisivo, ricoperto dopo aver lasciato l’Udinese, e rientra nel personaggio che ha legato la sua carriera di manager nel calcio professionistico soprattutto ai successi del Napoli di Maradona, di quello risalito dalla LegaPro al massimo campionato e ai lusinghieri traguardi dell’Udinese. Dal 27 giugno Marino assume la responsabilità dell’area tecnica dell’Atalanta, voluto dal presidente Antonio Percassi, che in precedenza aveva sondato Foschi. Dalla sua il manager avellinese ha tutto quello che ci vuole per costituire un team affiatato, completando una struttura rodata che vede Zamagna nelle vesti di direttore sportivo e Beppe Corti capo degli osservatori. A Udine la formula ha funzionato, permettendo di gettare la basi per creare un organico di primo livello, capace di primeggiare e giocare un grande calcio. Marino, 56 anni, vanta un’esperienza ultratrentennale essendo diventato, appena 24enne, ds dell’Avellino militante in serie A. Già a quel tempo un’icona del calcio come Antonio Valentin Angelillo aveva previsto che un giorno il giovane manager sarebbe approdato alla corte dell’Atalanta. E Marino non nasconde la soddisfazione di essere stato chiamato da quella che definisce “una società nobile e gloriosa”, dal cui vivaio sono emersi grandi campioni, come Gaetano Scirea che nelle giovanili giocava a fianco dell’attuale presidente atalantino Percassi. I propositi, in queste occasioni, sono molteplici. Marino preferisce parlare di obiettivi: permanenza in serie A, abbassamento dell’età media della squadra attualmente attestata a 28 anni, rafforzamento del settore giovanile per continuare nell’opera di valorizzazione delle nuove leve. E il calciomercato atalantino – fa intuire – non sarà fatto necessariamente di grandi nomi, quanto piuttosto di calciatori emergenti con tanta voglia di affermarsi. D’altronde, gente come Gargano, Hamsik e Lavezzi era promettente ma quasi semisconosciuta prima dei fasti partenopei. Si può dire che le fortune dell’Udinese e i traguardi del Napoli siano ancora figli delle scelte a suo tempo compiute da Marino. Il quale, però, afferma in modo lapidario che per lui il calcio è sempre e solo futuro. Anzi, il presente e il futuro – tiene a precisare – lo vede solo in serie A. Una visione beneaugurante e promettente per l’Atalanta, intenzionata a dimostrare pienamente la sua completa estraneità alle vicende del calcioscommesse.
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