“Formiamo i Campioni di domani”, Filippo Tortu e Federica Curiazzi chiudono il corso

La marciatrice di Barzana e il campione olimpico hanno parlato ai giovani corsisti che rappresentano il futuro dell'atletica leggera lombarda.

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Si è chiuso con due “professori” d’eccezione il corso “Formiamo i Campioni di Domani” organizzato da organizzato da FIDAL Lombardia e da EIS (agenzia di comunicazione e management) e nato in collaborazione con il Master Internazionale in Sport Design and Management (Politecnico di Milano e GSOM-Master School of Management), lo studio legale LCA,  Dale Carnegie (multinazionale americana di formazione aziendale e manageriale) e Regione Lombardia.

A salire in cattedra all’Auditorium “Testori” di Milano sono stati il campione olimpico della staffetta 4×100 metri Filippo Tortu (affiancato dal padre e coach Salvino) e dalla marciatrice dell’Atletica Bergamo 1959 Federica Curiazzi che hanno offerto la propria esperienza insieme a Sergio Borra, CEO di Dale Carnegie.

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Il velocista milanese e la 31enne di Barzana hanno parlato della propria esperienza con Tortu che non hanno nascosto le proprie ambizioni in vista del 2024: “L’atletica giovanile serve per creare un metodo di lavoro, ma anche risultati prestigiosi come le medaglie internazionali giovanili sono solo un primo passo e non un punto di arrivo. Ho sempre pensato che vincere fosse la cosa più importante: quando nel 2021 non sono riuscito a entrare nella finale dei 100 metri dei Giochi di Tokyo mi sono reso conto di quanto sia importante il lavoro per arrivare fin lì, di come vincere o perdere fosse quasi la stessa cosa – ha sottolineato il finanziere meneghino -. In quei giorni ho ritrovato l’orgoglio di essere ai Giochi: l’ultima frazione della finale della 4×100 nasce in quel momento, perché ho sublimato la delusione trasformandola nell’energia che ho espresso nella frazione finale della staffetta. Anche quando non si raggiunge il proprio obiettivo, non si deve pensare che non ne sia valsa la pena. Nel 2024 vorrei far bene gli Europei in casa, in generale per la prossima stagione l’ambizione è vincere con la staffetta gli Europei e arrivare in finale individualmente alle Olimpiadi”.

Discorso simile anche per Curiazzi che ha sottolineato come sia necessario non fermarsi nemmeno di fronte alle avversità e coltivare la propria passione in ogni modo: “Ogni chilometro percorso genera una briciola di passione. Faccio mio un pensiero espresso da Salvino Tortu: ‘Quando pensi di aver dato tutto hai espresso solo il 40% del tuo potenziale’ – ha chiarito l’esperta bergamasca -. Dopo gli Europei 2014 mi sono lasciata prendere dallo sconforto per non aver centrato l’obiettivo che mi ero prefissata: avrei ripreso quattro anni dopo in modo più consapevole, ritrovandomi dopo solo sei mesi sul podio degli Europei a squadre, anche grazie alla classe di Eleonora Giorgi”.

Alla manifestazione hanno preso parte anche hanno preso parte anche il presidente del CONI Lombardia Marco Riva con il vicepresidente Claudio Pedrazzini, il vicepresidente di BCC Milano Giovanni Maggioni, il consigliere nazionale FIDAL Oscar Campari, il presidente di Fidal Lombardia Gianni Mauri con i vice Luca Barzaghi e Roberto Goffi e il sottosegretario regionale a Sport e Giovani Lara Magoni.

“Quando ho conosciuto il Progetto Talento abbiamo voluto prendervi parte a tutti i costi: siamo orgogliosi che FIDAL Lombardia abbia proposto un’iniziativa così bella per i giovani. I vostri sogni contribuiranno a rendervi uomini e donne felici. La maglia azzurra è un’esperienza che resta per la vita: ho vestito l’azzurro per 16 anni nella Nazionale di sci alpino, e lo sport è un’esperienza che ti forma e ti resta dentro – ha spiegato la numero uno del Coni provinciale -. A 15 anni volevo già vincere in Coppa del Mondo, ci sono riuscita a 28: ho avuto tanti problemi fisici, mi sono fratturata una tibia a sei anni, mi sono rotta tre volte il tendine d’Achille, ma gli infortuni hanno contribuito a generare la spinta determinante per vincere. Dalle mie peggiori sconfitte sono nate le vittorie più belle: ai giovani atleti dico quindi di non arrendersi mai, di non mollare e continuare ad inseguire i propri obiettivi, nello sport come nella vita. A noi Istituzioni il compito di starvi accanto e supportarvi al meglio. In bocca al lupo giovani!”.