Il fuoco olimpico

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Federica Sorrentino

È cominciato qualche giorno fa il grande viaggio della fiaccola olimpica in vista dei Giochi di Tokyo. Un tour di quattro mesi, che attraverserà le 47 prefetture del Giappone, visibile solo in streaming a causa delle restrizioni anti-Covid vigenti anche nel Sol Levante. La staffetta è partita dal National Training Center J-Village di Fukushima, la città che dieci anni addietro fu teatro di un disastro nucleare, scelta perché – come ha detto la presidente del comitato organizzatore Seiko Hashimoto – «il fuoco di Olimpia possa essere una luce di speranza al termine di un periodo di oscurità». La fiamma olimpica non solo simboleggia l’alba di una nuova era, diffondendo la speranza che illuminerà la strada del genere umano, ma servirà anche a diffondere la gioia e la passione intorno al Movimento Olimpico, mentre ci si avvicina ai Giochi. Il claim alla base della staffetta della torcia olimpica di Tokyo 2020, che coinvolge circa 10mila tedofori, è “Hope Lights Our Way”, che unisce i giapponesi attorno a messaggi sul sostegno, l’accettazione e l’incoraggiamento a vicenda. La torcia attraverserà il 98% del Giappone, prima di raggiungere la sua destinazione finale nello Stadio Olimpico della capitale il 23 luglio 2021, il giorno della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Non ci saranno spettatori stranieri e i residenti in Giappone potranno assistervi con opportuno distanziamento. È lo scotto da pagare alla pandemia, nonostante il rinvio di un anno che ha promosso nuovi atleti sul palcoscenico olimpico.

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Questo evento deve essere letto come un messaggio universale di speranza, in un anno che auspichiamo possa essere quello della ripartenza.

Nonostante la mancanza del pubblico, vi è la certezza che il tifo e la vicinanza degli sportivi non mancheranno, seppure davanti al piccolo schermo. Una vicinanza che farà sentire tutto il mondo unito ancora una volta, ma con la voglia di vivere un momento gioioso come quello che i Giochi Olimpici sono in grado di regalare.

Come sempre, della spedizione azzurra farà parte una pattuglia di atleti bergamaschi, che possiedono qualità e talento per poter ben figurare.

Arrivati dunque al conto alla rovescia delle Olimpiadi, possiamo affermare che l’appuntamento a cinque cerchi si spera possa fungere da momento di rinascita per il mondo intero, unito nella lotta al Coronavirus.

Saranno sicuramente Giochi diversi da quelli a cui siamo stati abituati, ma nonostante restrizioni e precauzioni, si cercherà di conservarne l’essenza.