Scuola e Sport

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Federica Sorrentino

Il ritorno in aula degli studenti richiama la necessità di coniugare gli studi con l’attività fisica e sportiva. Un principio sempre riaffermato, che diventa tanto più importante nell’era post-Covid con la ripresa della socialità. Nel messaggio di apertura dell’anno scolastico, Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, si coglie il riferimento alla scuola, espressione di vita e palestra di futuro. La sfida formativa risiede anche nella capacità di coniugare istruzione e sport in una dimensione educativa che deve accompagnare formazione e crescita individuale.

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La scorsa settimana a Torino si sono tenuti gli Stati Generali Mondo Lavoro dello Sport, che ha visto il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, attribuire allo sport la funzione di ascensore sociale, strumento di coesione e argine al razzismo. Serviva una risposta alla denuncia del Presidente del CONI Giovanni Malagò, che aveva sottolineato i problemi strutturali di un Paese che si emoziona per le vittorie (40 medaglie olimpiche, 69 paralimpiche), ma non crede nell’attività sportiva scolastica e quindi non ci ha mai investito un euro. Ora il Governo, con il contributo dell’Europa, si appresta a spendere un miliardo di euro del PNRR per le strutture sportive e sportive-scolastiche. Probabilmente insufficiente a recuperare il gap pluriennale. L’Italia – si è detto – ha bisogno di far approdare la pratica sportiva a materia di apprendimento scolastico tout-court, con la stessa dignità della matematica o della letteratura. Purtroppo, non è ancora così. Mancano strutture e impianti, manca il riconoscimento culturale dello sport come scuola di vita e di salute.

Sotto l’aspetto puramente agonistico, per molte discipline i gruppi sportivi militari e delle forze dell’ordine offrono un importante contributo fungendo da incubatore di atleti, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Rientrata dalle Paralimpiadi di Tokio con cinque medaglie al collo, la 26enne arzanese Giulia Terzi ha discusso la sua tesi di laurea in giurisprudenza ricevendo la lode. Un percorso iniziato da molto lontano, fatto di notti trascorse a studiare causa il protrarsi degli allenamenti e, dunque, frutto di anni di sacrifici che hanno coinvolto la famiglia. Non tutti possono salire sul podio, ma è importante che abbiano la possibilità di provarci. Partendo dai banchi di scuola diventa tutto più facile e coerente con il cammino che lega il sapere e le soddisfazioni dello studio allo sport visto come palestra di vita.