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Nicole Cadei sogna di battere papà

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Federica Sorrentino

La moto d’acqua non è un mezzo usuale per un adolescente. Né è sufficiente che il proprio genitore sia un pilota agonista. Nel caso di Nicole Cadei, le imprese di papà Michele, pluricampione che gareggia con i migliori a livello mondiale, hanno fatto nascere anche in lei la passione per questa disciplina.
Nicole, che effetto fa essere la più giovane pilota italiana?

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“E’ una situazione che mi diverte, è sicuramente incoraggiante, ma stuzzica anche le mie ambizioni, perché mi confronto con ragazzi di mia pari età e anche più grandi, ma soprattutto mi ritrovo a sfidare i maschi ed è una sensazione che stimola a dare sempre il massimo”.
Quando ti sei accorta che da giovanissima mascotte della scuderia Cadei avresti potuto impugnare il manubrio e correre sull’acqua?

“Fin dalla piccola età, direi. Le immagini parlano chiaro. Nell’album di famiglia c’è una foto di quando avevo meno di un anno e andavo già in moto con mio padre, che mi teneva nel marsupio. Non posso avere ricordi di quella volta, ma negli anni seguenti ci sono state tante occasioni per provare e riprovare questa esperienza. Ovviamente, non più tenuta nel marsupio”.
Quale sensazione hai riportato quando ti sei allineata per la prima volta alla partenza?

“Mio padre ha avuto in me piena fiducia, mi ha visto allenarmi ed è stato convinto che io potessi figurare bene. Allo start c’era sicuramente tanta ansia, ma poi ha prevalso l’adrenalina pura. E in un attimo mi sono ritrovata catapultata nella competizione”.
Qual è il momento più bello che ricordi della tua prima stagione agonistica?

“Senza dubbio il mio primo podio centrato alla mia prima gara. Non era affatto scontato e se non fossi salita su quel gradino, il più basso ma importante, nessuno mi avrebbe sgridato. E invece è arrivato ed è stata una grande soddisfazione, perché ero all’esordio e la più piccola in gara”.

Come ti alleni per prepararti alle gare?

“Con papà c’è poco da ridere. Ci alleniamo tre o quattro volte a settimana in palestra e una volta a settimana sulla moto d’acqua. Non è roba da poco, perché ci sono gli impegni scolastici da rispettare e la mia famiglia è intransigente”

La federazione motonautica ti annovera tra le giovani promesse della disciplina: quali sono le tue aspirazioni?

“Spero di riuscire a vincere quanto mio padre e in futuro batterlo nella sua stessa categoria. Come si dice? L’allieva che supera il maestro? Chi lo sa?”.
Se dovessi descriverti con una parola, quale termine sceglieresti?

“Una sola: kamikaze”.