Champions: l’orgoglio ceco interrompe la samba milanista

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La samba è carioca, la rabbia e l’orgoglio di matrice ceca. Diversi momenti e atteggiamenti che illudono il Milan, convinto di aver messo al sicuro il risultato con l’uno-due firmato Pato e Robinho ad inizio di secondo tempo a Praga contro il Viktoria, ed esaltano i padroni di casa che nel finale, all’89’ e al 93’, trovano gli spunti per beffare la difesa rossonera già con la testa negli spogliatoi. “Che serva da lezione” dirà Allegri in un dopopartita che non lascia strascichi sol perché il Milan, insieme al Barcellona, aveva già guadagnato la qualificazione agli ottavi. Ma resta lo stupore per la leggerezza con cui la squadra affronta l’ultima parte di gara. E non può essere motivo di giustificazione l’assetto inedito, con Amelia tra i quali e De Sciglio esordiente assoluto a destra della linea difensiva composta da Bonera, Mexes e Taiwo. A centrocampo c’è Nocerino, sostituito dopo 40’ da Thiago Silva per problemi ai flessori. Seedorf è trequartista alle spalle della coppia brasileira Pato-Robinho.Turno di riposo per Abate, Boateng e Ibrahimovic, che siedono in panchina. La squadra ceca fa la sua onesta partita, ma nei primi 45’ succede poco. Il Milan si desta ad inizio ripresa con Robinho che verticalizza per Pato il quale in velocità aggira il portiere Cech e mette in rete. Un minuto dopo a parti invertire Pato confeziona l’assist per il compagno d’attacco che raddoppia. Lo stesso Pato colpisce il palo all’11’. Al 36’ della ripresa Allegri sostituisce Robinho con Cristante, 16 anni, il più giovane giocatore di sempre schierato dal Milan in Champions League. In casa rossonera è già festa, ma il Viktoria tiene fede al suo nome e riacciuffa il pareggio.

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